Punti Punti notevoli del libro di Numeri

Punti notevoli della Bibbia in Numeri Con testi spiegati e lezioni pratiche

Punti Notevoli Della Lettura Della Bibbia ‒ Numeri

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Numeri ‒ Contesto storico

NUMERI, LIBRO DI

Quarto libro del Pentateuco, il cui nome italiano si riferisce ai due censimenti dei figli di Israele che vi sono menzionati. Descrive gli avvenimenti accaduti nella regione del monte Sinai, nel deserto durante la peregrinazione di Israele, e nelle pianure di Moab. La narrazione abbraccia fondamentalmente un periodo di 38 anni e 9 mesi, dal 1512 al 1473 a.E.V. (Nu 1:1; De 1:3, 4) Benché accaduti prima rispetto al contesto in cui sono inseriti, gli avvenimenti descritti in Numeri 7:1-88 e 9:1-15 forniscono informazioni che sono parte integrante del libro.
Lo scrittore. Sin dall’antichità il libro di Numeri è stato attribuito a Mosè. Molte prove all’interno del libro stesso lo confermano. Non contiene cenni ad altre condizioni di vita se non a quelle di Israele in Egitto e poi nel deserto. Parlando dell’epoca in cui fu costruita Ebron, lo scrittore usa come punto di riferimento cronologico la città egiziana di Zoan. (Nu 13:22) L’epoca in cui fu costruita Zoan era senz’altro ben nota a un uomo come Mosè, “istruito in tutta la sapienza degli egiziani”. — At 7:22.
Certi comandi contenuti nel libro di Numeri si riferiscono unicamente alle situazioni incontrate da una nazione in movimento. Fra questi le prescrizioni per l’accampamento delle tribù (Nu 1:52, 53), l’ordine di marcia (2:9, 16, 17, 24, 31) e gli squilli di tromba per convocare l’assemblea e per levare il campo. (10:2-6) Anche la legge relativa alla quarantena è formulata tenendo conto delle condizioni di vita nell’accampamento. (5:2-4) Vari altri comandi sono espressi in modo tale da indicare che sarebbero entrati in vigore in seguito, una volta che gli israeliti si fossero stabiliti nella Terra Promessa. Eccone alcuni: l’uso di trombe per chiamare alla guerra (10:9), l’assegnazione di 48 città ai leviti (35:2-8), l’azione da intraprendere contro l’idolatria e contro gli abitanti di Canaan (33:50-56), la scelta di sei città di rifugio, le istruzioni per risolvere eventuali casi di omicidio non intenzionale (35:9-33), e le leggi circa l’eredità e il matrimonio di eredi femminili (27:8-11; 36:5-9).
Inoltre la registrazione dei luoghi in cui si accamparono gli israeliti è esplicitamente attribuita a Mosè (Nu 33:2) e anche le parole conclusive del libro di Numeri additano lui come scrittore. — 36:13.
Autenticità. L’autenticità del libro è fuori discussione. La sua sincerità è straordinaria. Non nasconde errori e sconfitte. (Nu 11:1-5, 10, 32-35; 14:2, 11, 45) Vengono rivelate anche le trasgressioni dello stesso Mosè, di suo fratello Aaronne, di sua sorella Miriam e dei nipoti Nadab e Abiu. (3:3, 4; 12:1-15; 20:2-13) Più volte avvenimenti descritti nel libro sono ricordati nei Salmi (78:14-41; 95:7-11; 105:40, 41; 106:13-33; 135:10, 11; 136:16-20). Con i loro accenni a importanti avvenimenti e ad altri particolari riportati in Numeri, personaggi come Giosuè (4:12; 14:2), Geremia (2Re 18:4), Neemia (9:19-22), Davide (Sl 95:7-11), Isaia (48:21), Ezechiele (20:13-24), Osea (9:10), Amos (5:25), Michea (6:5), il martire cristiano Stefano (At 7:36), gli apostoli Paolo (1Co 10:1-11) e Pietro (2Pt 2:15, 16), il discepolo Giuda (v. 11) e il Figlio di Dio (Gv 3:14; Ri 2:14) dimostrarono di riconoscere che questo libro faceva parte dell’ispirata Parola di Dio. C’è poi la profezia di Balaam circa la stella che sarebbe sorta da Giacobbe, profezia che ebbe un primo adempimento quando Davide diventò re e poi sottomise i moabiti e gli edomiti. — Nu 24:15-19; 2Sa 8:2, 13, 14.
Importanza. Il libro di Numeri mette vigorosamente in risalto quanto sia importante e necessario ubbidire a Geova, rispettare lui e i suoi servitori, avere fede e guardarsi dagli uomini empi (Nu 13:25–14:38; 22:7, 8, 22; 26:9, 10; Eb 3:7–4:11; 2Pt 2:12-16; Gda 11; Ri 2:14), non mettere alla prova Geova per mancanza di fede (Nu 21:5, 6; 1Co 10:9), non mormorare (Nu 14:2, 36, 37; 16:1-3, 41; 17:5, 10; 1Co 10:10, 11) ed evitare l’immoralità sessuale (Nu 25:1-9; 31:16; 1Co 10:6, 8). Ciò che Geova fece per Israele dimostra la Sua grande potenza, misericordia e amorevole benignità e anche il fatto che è lento all’ira, pur non mancando di punire chi lo merita. (Nu 14:17-20) Inoltre la posizione e il ministero di Mosè (Nu 12:7; Eb 3:2-6), l’acqua fatta miracolosamente sgorgare dal masso di roccia (Nu 20:7-11; 1Co 10:4), il serpente di rame innalzato (Nu 21:8, 9; Gv 3:14, 15) e l’acqua di purificazione (Nu 19:2-22; Eb 9:13, 14) erano quadri profetici che si adempirono in Cristo Gesù.
Il libro contiene informazioni che fanno luce su altri passi scritturali. Aiuta a capire come mai Ezechia re di Giuda poté tenere la Pasqua il 14 ziv (iyyar) anziché il 14 nisan (abib). (Nu 9:10, 11; 2Cr 30:15) Tratta diffusamente la questione del nazireato (Nu 6:2-21), permettendo così di capire perché Sansone e Samuele non dovevano tagliarsi i capelli (Gdc 13:4, 5; 1Sa 1:11) e perché Giovanni il Battezzatore non doveva bere alcolici. (Lu 1:15) Per ulteriori esempi, confronta Numeri 2:18-23 e Salmo 80:2; Numeri 15:38 e Matteo 23:5; Numeri 17:8-10 e Ebrei 9:4; Numeri 18:26 e Ebrei 7:5-9; Numeri 18:31 e 1 Corinti 9:13, 14; Numeri 28:9, 10 e Matteo 12:5.

Libro biblico numero 4: Numeri

Scrittore: Mosè
Dove fu scritto: Deserto e pianure di Moab
Quando fu completato: 1473 a.E.V.
Tempo a cui si riferisce: 1512-1473 a.E.V.

GLI avvenimenti del viaggio degli israeliti nel deserto sono stati descritti nella Bibbia per nostra utilità. Come dice l’apostolo Paolo, “queste cose divennero nostri esempi, affinché non siamo desiderosi di cose dannose”. (1 Cor. 10:6) Il vivido racconto di Numeri ci fa capire che per sopravvivere dobbiamo santificare il nome di Geova, ubbidirgli in ogni circostanza e avere rispetto per i suoi rappresentanti. Il suo favore non dipende da alcuna bontà o merito dei suoi servitori, ma dalla sua grande misericordia e immeritata benignità.
2 Il nome Numeri si riferisce al censimento del popolo che ebbe luogo prima al monte Sinai e poi nelle pianure di Moab, come narrano i capitoli 1–4 e 26. Questo nome viene dal titolo che il libro ha nella Vulgata latina, Numeri, e deriva dall’Arithmòi della Settanta greca. Comunque, gli ebrei chiamano più appropriatamente il libro Bemidhbàr, che significa “nel deserto”. La parola ebraica midhbàr indica un luogo aperto, privo di città e paesi. Fu nel deserto a sud e ad est di Canaan che si verificarono gli avvenimenti di Numeri.
3 Evidentemente Numeri faceva parte del volume originale che comprendeva i cinque libri da Genesi a Deuteronomio. Il primo versetto comincia con la congiunzione “e”, che lo collega a ciò che precede. Pertanto, come i libri precedenti, dev’essere stato scritto da Mosè. Questo si comprende chiaramente anche dalla dichiarazione del libro secondo la quale “Mosè scriveva”, e dal colofone: “Questi sono i comandamenti e le decisioni giudiziarie che Geova comandò . . . per mezzo di Mosè”. — Num. 33:2; 36:13.
4 Gli israeliti erano partiti dall’Egitto poco più di un anno prima. Numeri riprende la narrazione nel secondo mese del secondo anno dopo l’Esodo e abbraccia i successivi 38 anni e nove mesi, dal 1512 al 1473 a.E.V. (Num. 1:1; Deut. 1:3) Benché non riguardino questo periodo, gli avvenimenti narrati in Numeri 7:1-88 e 9:1-15 sono inclusi perché fanno da sfondo. Le prime parti del libro furono senz’altro scritte man mano che gli avvenimenti si verificavano, ma è evidente che Mosè non può aver completato Numeri che verso la fine del 40° anno nel deserto, all’inizio del 1473 a.E.V.
5 Sull’autenticità del racconto non può esserci dubbio. Della terra generalmente arida nella quale viaggiarono, Mosè disse che era un “grande e tremendo deserto”, e anche oggi i pochi abitanti sono in continuo movimento alla ricerca di pascoli e acqua. (Deut. 1:19) Per giunta, le istruzioni particolareggiate relative all’accampamento della nazione, all’ordine di marcia e ai segnali di tromba per regolare le attività del campo attestano che il racconto fu veramente scritto “nel deserto”. — Num. 1:1.
6 Anche il timoroso rapporto degli esploratori di ritorno dalla spedizione in Canaan, secondo cui ‘le città fortificate erano grandissime’, è confermato dall’archeologia. (13:28) Recenti scoperte hanno rivelato che a quel tempo gli abitanti di Canaan avevano consolidato la loro dominazione con una serie di forti, eretti in parecchi luoghi del paese dalla pianura di Izreel a nord fino a Gherar a sud. Le città non solo erano fortificate, ma in genere erano costruite sulle colline, con torri che si ergevano al di sopra delle mura, per cui avrebbero fatto molta impressione a un popolo come gli israeliti, che per generazioni erano vissuti in un paese pianeggiante come l’Egitto.
7 Le nazioni del mondo sono inclini a cancellare i loro fallimenti e ad esaltare le loro conquiste. Invece il libro di Numeri, con l’onestà tipica della verità storica, narra che Israele fu completamente messo in fuga dagli amalechiti e dai cananei. (14:45) Confessa apertamente che il popolo diede prova di infedeltà e mancò di rispetto a Dio. (14:11) Con rimarchevole franchezza, Mosè, profeta di Dio, rivela i peccati della nazione, dei suoi nipoti, di suo fratello e di sua sorella. Né risparmia se stesso, poiché menziona l’occasione in cui mancò di santificare Geova quando fu provveduta l’acqua a Meriba, così che perse il privilegio di entrare nella Terra Promessa. — 3:4; 12:1-15; 20:7-13.
8 Che il libro faccia veramente parte delle Scritture ispirate da Dio e utili è mostrato dal fatto che quasi tutti gli avvenimenti principali, e numerosi altri particolari, sono esplicitamente richiamati da altri scrittori della Bibbia, molti dei quali ne mettono in evidenza il significato. Per esempio, Giosuè (Gios. 4:12; 14:2), Geremia (2 Re 18:4), Neemia (Nee. 9:19-22), Asaf (Sal. 78:14-41), Davide (Sal. 95:7-11), Isaia (Isa. 48:21), Ezechiele (Ezec. 20:13-24), Osea (Osea 9:10), Amos (Amos 5:25), Michea (Mic. 6:5), Luca quando espone il discorso di Stefano (Atti 7:36), Paolo (1 Cor. 10:1-11), Pietro (2 Piet. 2:15, 16), Giuda (Giuda 11) e Giovanni quando riporta le parole indirizzate da Gesù alla congregazione di Pergamo (Riv. 2:14), tutti fanno riferimento al racconto di Numeri, come fece Gesù Cristo stesso. — Giov. 3:14.
9 A quale scopo serve dunque Numeri? In realtà ha più che un valore storico: mette in risalto che Geova è l’Iddio di ordine e che richiede esclusiva devozione dalle sue creature. Questo viene impresso in modo vivido nella mente del lettore allorché egli osserva il censimento, le prove e la vagliatura di Israele, e nota come la condotta disubbidiente e ribelle della nazione è additata per mettere in risalto l’essenziale bisogno di ubbidire a Geova.
10 La narrazione fu preservata a beneficio delle generazioni avvenire, affinché, come spiegò Asaf, “riponessero la loro fiducia in Dio stesso e non dimenticassero le pratiche di Dio, ma osservassero i suoi propri comandamenti”, e affinché non divenissero “come i loro antenati, una generazione ostinata e ribelle, una generazione che non aveva preparato il cuore e il cui spirito non era degno di fede presso Dio”. (Sal. 78:7, 8) Gli avvenimenti di Numeri furono rievocati più volte nei salmi, che erano cantici sacri per gli ebrei, per cui spesso venivano ricordati per il bene della nazione. — Salmi 78, 95, 105, 106, 135, 136.

Numeri ‒ Panoramica e struttura


SCHEMA DEL LIBRO DI NUMERI

Narrazione storica che dimostra l’importanza di ubbidire a Geova in ogni circostanza e di rispettare i suoi rappresentanti
Tratta gli avvenimenti verificatisi durante quasi tutto il periodo che Israele trascorse nel deserto mentre era in marcia verso la Terra Promessa
Registrazione e organizzazione delle tribù d’Israele
Circa un anno dopo l’esodo dall’Egitto, tutti i maschi israeliti dai vent’anni in su vengono registrati, fatta eccezione per i leviti (1:1-49)
A ciascuna divisione di tre tribù vengono assegnati il posto in cui accamparsi e una posizione nello schieramento di marcia (2:1-34)
I leviti vengono appartati per assistere i sacerdoti; tutti i leviti da un mese in su vengono registrati; Geova li dichiara suoi in cambio dei primogeniti delle altre tribù (3:1-51)
I discendenti maschi di Cheat, Gherson e Merari — i tre figli di Levi — in età compresa fra i 30 e i 50 anni vengono contati e ricevono incarichi di servizio (4:1-49)
Gli israeliti vengono nuovamente censiti poco prima di entrare nella Terra Promessa (26:1-65)
Gli israeliti ricevono da Dio comandi relativi all’adorazione e ai loro rapporti reciproci
Vengono indicati i requisiti per i nazirei (6:1-21)
Viene celebrata la Pasqua; chiunque sia impuro o lontano per motivi di viaggio potrà celebrarla un mese dopo il 14 nisan (9:1-14)
Vengono emanate diverse norme concernenti doveri e privilegi dei sacerdoti e dei leviti, inclusa la preparazione dell’acqua di purificazione e i suoi impieghi (18:1–19:22)
Sono elencate le offerte da presentare ogni giorno, ogni sabato, all’inizio di ciascun mese, durante le feste e nel settimo mese (28:1–29:40)
Sono messi per iscritto i comandi di Geova circa i voti (30:1-16)
I colpevoli devono confessare e risarcire le vittime (5:5-8)
È stabilita la procedura da seguire nei casi di sospetto adulterio della moglie (5:11-31)
Verranno istituite sei città di rifugio (35:9-34)
Gli israeliti manifestano mancanza di apprezzamento per i provvedimenti di Geova e gli disubbidiscono
Il popolo si lamenta della manna e chiede carne; quando Geova manda le quaglie, molti agiscono con estrema avidità e vengono puniti con la morte (11:4-34)
Gli israeliti credono al rapporto negativo dei dieci esploratori timorosi e vogliono tornare in Egitto; Mosè è costretto a intercedere per loro (13:1–14:19)
Quando quella generazione ribelle viene condannata a vagare e morire nel deserto, il popolo cerca di entrare nella Terra Promessa senza la benedizione di Geova e subisce una sconfitta militare (14:26-45)
Mancanza di rispetto per i rappresentanti visibili di Geova
Miriam e Aaronne parlano contro Mosè; Geova colpisce Miriam con la lebbra (12:1-15)
Cora, Datan, Abiram, On e 250 capi principali si schierano contro Mosè e Aaronne; Geova mette a morte i ribelli, il che dà adito a ulteriori mormorii; muoiono altri 14.700 (16:1-50)
A Cades gli israeliti si lamentano aspramente contro Mosè e Aaronne per la mancanza di acqua; quando Geova provvede miracolosamente l’acqua, Mosè e Aaronne non santificano il nome di Geova e perdono così il privilegio di entrare nella Terra Promessa (20:1-13)
Gli israeliti si stancano e parlano contro Geova e Mosè; vengono colpiti da una piaga di serpenti e molti muoiono; Mosè intercede per loro, e chiunque sia stato morso può salvarsi guardando fisso un serpente di rame (21:4-9)
Mentre la nazione di Israele si accinge ad entrare in Canaan Geova la benedice, ma insiste sull’esclusiva devozione
Geova dà a Israele la vittoria sul re di Arad (21:1-3)
Israele sconfigge Sihon e Og, prendendo possesso della loro terra (21:21-35)
Balac assolda Balaam perché maledica gli israeliti; Geova invece lo costringe a benedire Israele (22:2–24:25)
Donne moabite adescano gli israeliti facendo commettere loro idolatria e fornicazione; 24.000 vengono uccisi per questa apostasia; Geova si placa quando Fineas mostra di non tollerare alcuna rivalità verso di Lui (25:1-18)

CONTENUTO DI NUMERI

11 Numeri può essere diviso logicamente in tre parti. La prima, che termina con il capitolo 10, versetto 10, tratta avvenimenti che ebbero luogo mentre gli israeliti erano ancora accampati al monte Sinai. La parte successiva, che termina con il capitolo 21, narra ciò che avvenne durante gli altri 38 anni e un mese o due successivi, mentre erano nel deserto e finché arrivarono alle pianure di Moab. L’ultima parte, fino a tutto il capitolo 36, riguarda avvenimenti che si verificarono nelle pianure di Moab, mentre gli israeliti si preparavano a entrare nella Terra Promessa.
12 Avvenimenti al monte Sinai (1:1–10:10). Gli israeliti sono già nella regione montagnosa del Sinai da circa un anno. Qui sono stati trasformati in un’organizzazione compatta. Per comando di Geova si procede ora al censimento di tutti gli uomini dai 20 anni in su. Si riscontra che la consistenza numerica delle tribù va dai 32.200 uomini robusti di Manasse ai 74.600 di Giuda, con un totale di 603.550 uomini idonei per prestare servizio nell’esercito di Israele, oltre ai leviti, alle donne e ai bambini: un accampamento che assomma probabilmente a tre milioni di persone o più. La tenda di adunanza è situata, insieme ai leviti, al centro del campo. Nei posti assegnati su ciascun lato sono accampati gli altri israeliti, in divisioni di tre tribù; a ciascuna tribù vengono date istruzioni circa l’ordine di marcia quando il campo si mette in movimento. È Geova a dare le istruzioni, e il racconto dice: “I figli d’Israele facevano secondo tutto ciò che Geova aveva comandato a Mosè”. (2:34) Essi ubbidiscono a Geova e mostrano rispetto a Mosè, rappresentante visibile di Dio.
13 I leviti vengono quindi appartati per il servizio di Geova, come riscatto per i primogeniti di Israele. Sono divisi in tre gruppi, secondo la loro discendenza dai tre figli di Levi: Gherson, Cheat e Merari. L’ubicazione nel campo e le responsabilità di servizio sono determinate in base a questa divisione. Dai 30 anni in su, devono svolgere il pesante lavoro del trasporto del tabernacolo. Per fare il lavoro più leggero viene disposto che altri prestino servizio a cominciare dall’età di 25 anni. (Al tempo di Davide il limite d’età fu abbassato a 20 anni). — 1 Cron. 23:24-32; Esd. 3:8.
14 Affinché il campo sia mantenuto puro, vengono date istruzioni per mettere in quarantena i malati, per fare espiazione degli atti d’infedeltà, per risolvere i casi in cui un uomo può sospettare della condotta della moglie e per assicurare la giusta condotta di quelli appartati mediante voto come nazirei a Geova. Poiché porta il nome del suo Dio, il popolo deve vivere secondo i suoi comandamenti.
15 Inserendo alcuni particolari che risalgono al mese precedente (Num. 7:1, 10; Eso. 40:17), Mosè parla poi delle offerte fatte dai 12 capi principali del popolo nell’arco di 12 giorni a cominciare dall’inaugurazione dell’altare. Non ci fu nessuna competizione né alcuno cercò la propria gloria; ciascuno fece esattamente la stessa offerta degli altri. Tutti devono ora tenere presente che al di sopra di questi capi, e al di sopra di Mosè stesso, c’è Geova Dio, che dà istruzioni a Mosè. Non devono mai dimenticare la loro relazione con Geova. La Pasqua deve ricordare loro la miracolosa liberazione dall’Egitto per opera di Geova, ed essi la celebrano qui nel deserto nel tempo fissato, un anno dopo essere usciti dall’Egitto.
16 Nello stesso modo in cui aveva guidato Israele fuori d’Egitto, Geova continua a condurre la nazione nei suoi viaggi mediante una nuvola che copre il tabernacolo della tenda della Testimonianza di giorno, e mediante l’aspetto del fuoco di notte. Quando la nuvola si muove, la nazione si muove. Quando la nuvola rimane sul tabernacolo, la nazione rimane accampata, sia per alcuni giorni che per un mese o più. Infatti si legge: “All’ordine di Geova si accampavano, e all’ordine di Geova partivano. Osservavano il loro obbligo verso Geova all’ordine di Geova per mezzo di Mosè”. (Num. 9:23) Mentre si avvicina il tempo della partenza dal Sinai, vengono stabiliti segnali di tromba sia per radunare il popolo che per dirigere le varie divisioni dell’accampamento durante il viaggio nel deserto.
17 Avvenimenti nel deserto (10:11–21:35). Finalmente, il 20° giorno del secondo mese, Geova solleva la nuvola di sopra il tabernacolo, dando così a Israele il segnale della partenza dalla regione del Sinai. Con l’arca del patto di Geova in mezzo a loro, si avviano verso Cades-Barnea, circa 240 chilometri più a nord. Mentre marciano di giorno, la nuvola di Geova è su di loro. Ogni volta che l’Arca esce, Mosè prega Geova di sorgere e disperdere i suoi nemici, e ogni volta che essa si ferma egli prega Geova di tornare “alle miriadi di migliaia d’Israele”. — 10:36.
18 Comunque, nell’accampamento sorgono difficoltà. Durante il viaggio verso Cades-Barnea a nord, in almeno tre occasioni sorgono lamentele. Per sedare la prima rivolta Geova manda un fuoco che consuma alcuni del popolo. Quindi “la folla mista” induce gli israeliti a lamentarsi per il fatto che non possono più mangiare il pesce, i cetrioli, i cocomeri, i porri, le cipolle e l’aglio d’Egitto, ma solo manna. (11:4) Mosè si affligge al punto di chiedere a Geova di ucciderlo anziché lasciarlo continuare a fare da balio a tutto questo popolo. Geova mostra considerazione a Mosè togliendo dello spirito da lui e ponendolo su 70 anziani, che cominciano ad assistere Mosè come profeti nel campo. Quindi viene provveduta carne in abbondanza. Com’era già accaduto una volta, un vento mandato da Geova porta le quaglie dal mare, e il popolo avido le cattura in gran quantità, ammassandole egoisticamente. L’ira di Geova divampa contro di loro, ed egli ne abbatte molti a causa della loro brama egoistica. — Eso. 16:2, 3, 13.
19 Le difficoltà continuano. Mancando di riguardo verso il loro fratello minore, Mosè, che è il rappresentante di Geova, Miriam e Aaronne trovano da ridire su di lui per via di sua moglie, che di recente è giunta nel campo. Essi chiedono maggiore autorità, paragonabile a quella di Mosè, nonostante che ‘l’uomo Mosè sia di gran lunga il più mansueto di tutti gli uomini che sono sulla superficie del suolo’. (Num. 12:3) Geova stesso corregge la situazione e fa sapere che Mosè occupa un posto speciale colpendo Miriam, a quanto pare l’istigatrice delle lamentele, con la lebbra. Solo per intercessione di Mosè essa viene in seguito sanata.
20 Arrivato a Cades, Israele si accampa alle soglie della Terra Promessa. Geova dà ora comando a Mosè di mandare esploratori a perlustrare il paese. Entrati da sud, essi viaggiano verso nord fino “all’entrata di Amat”, percorrendo centinaia di chilometri in 40 giorni. (13:21) Quando tornano con alcuni degli abbondanti prodotti di Canaan, dieci esploratori privi di fede affermano che sarebbe stolto salire contro un popolo così forte e città tanto fortificate. Caleb cerca di calmare l’assemblea facendo un rapporto favorevole, ma invano. Gli esploratori ribelli fanno sorgere il timore nel cuore degli israeliti, asserendo che il paese “divora i suoi abitanti” e dicendo: “Tutto il popolo che abbiamo visto in mezzo ad esso sono uomini di statura straordinaria”. Mentre mormorii di ribellione si diffondono nel campo, Giosuè e Caleb fanno appello al popolo, dicendo: “Geova è con noi. Non li temete”. (13:32; 14:9) Comunque, l’assemblea comincia a parlare di lapidarli.
21 A questo punto Geova interviene direttamente, dicendo a Mosè: “Fino a quando questo popolo mi mancherà di rispetto, e fino a quando non riporranno fede in me per tutti i segni che ho compiuto in mezzo a loro?” (14:11) Mosè implora Geova di non distruggere la nazione, poiché vi sono implicati il Suo nome e la Sua fama. Geova decreta perciò che Israele continuerà a vagare nel deserto finché tutti i registrati fra il popolo, dai 20 anni in su, non saranno morti. Dei maschi registrati, solo a Caleb e a Giosuè sarà permesso di entrare nella Terra Promessa. Invano il popolo, di sua iniziativa, cerca di salire contro il nemico, solo per subire una terribile sconfitta ad opera degli amalechiti e dei cananei. Che alto prezzo il popolo paga per la sua mancanza di rispetto verso Geova e verso i suoi leali rappresentanti!
22 Gli israeliti hanno davvero molto da imparare in quanto all’ubbidienza. Appropriatamente, Geova dà loro altre leggi che mettono in risalto questa necessità. Fa sapere loro che, quando saranno entrati nella Terra Promessa, dovranno fare espiazione per gli sbagli commessi, ma chi disubbidirà deliberatamente dovrà essere stroncato immancabilmente. Pertanto, quando un uomo viene trovato a raccogliere legna in violazione della legge sul sabato, Geova comanda: “Immancabilmente l’uomo dev’essere messo a morte”. (15:35) Affinché si ricordino dei suoi comandamenti e dell’importanza di osservarli, Geova ordina che gli israeliti portino frange ai lembi delle vesti.
23 Nonostante ciò, scoppia un’altra ribellione. Cora, Datan, Abiram e 250 uomini preminenti dell’assemblea si radunano contro Mosè e Aaronne, di cui contestano l’autorità. Mosè presenta la questione a Geova, dicendo ai ribelli: ‘Prendetevi i portafuoco e ponete su di essi l’incenso e presentatevi dinanzi a Geova, ed egli farà la sua scelta’. (16:6, 7) La gloria di Geova appare ora a tutta l’assemblea. Rapidamente egli esegue il giudizio, facendo aprire la terra che inghiotte le famiglie di Cora, Datan e Abiram, e mandando un fuoco che consuma i 250 uomini, compreso Cora, che offrivano l’incenso. Il giorno dopo, gli israeliti inveiscono contro Mosè e Aaronne per ciò che Geova ha fatto, e di nuovo Egli li flagella, spazzando via 14.700 lamentatori.
24 A causa di questi avvenimenti, Geova comanda che ciascuna tribù presenti una verga dinanzi a lui, inclusa una verga col nome di Aaronne per la tribù di Levi. Il giorno dopo risulta che Aaronne è stato scelto da Geova per il sacerdozio, poiché solo la sua verga è in piena fioritura e ha mandorle mature. Dovrà essere conservata nell’arca del patto “come segno per i figli di ribellione”. (Num. 17:10; Ebr. 9:4) Dopo ulteriori istruzioni circa il sostentamento del sacerdozio mediante la decima e circa l’impiego dell’acqua di purificazione con le ceneri di una vacca rossa, la narrazione ci riporta a Cades. Qui Miriam muore ed è sepolta.
25 Di nuovo ai confini della Terra Promessa l’assemblea litiga con Mosè a causa della mancanza d’acqua. Geova la considera una lite con Lui, e appare nella Sua gloria, comandando a Mosè di prendere la verga e di far uscire l’acqua dalla rupe. Mosè e Aaronne santificano forse Geova? Al contrario, Mosè colpisce due volte con ira la rupe. Il popolo e il bestiame ottengono l’acqua da bere, ma Mosè e Aaronne non ne attribuiscono il merito a Geova. Benché l’estenuante viaggio nel deserto sia quasi terminato, entrambi incorrono nel disfavore di Geova, per cui viene detto loro che non entreranno nella Terra Promessa. Aaronne in seguito muore sul monte Hor e suo figlio Eleazaro assume la carica di sommo sacerdote.
26 Israele si dirige ad est e cerca di attraversare il paese di Edom, ma è respinto. Mentre fa un lungo giro intorno a Edom, il popolo si mette di nuovo in difficoltà lamentandosi contro Dio e contro Mosè. Sono stanchi della manna e hanno sete. A causa di questa ribellione Geova manda fra loro serpenti velenosi, così che molti muoiono. Alla fine, quando Mosè intercede, Geova gli ordina di fare un serpente infuocato di rame e di porlo su un palo come segnale. Quelli che sono stati morsi ma che guardano il serpente di rame rimangono in vita. Gli israeliti si dirigono a nord, ma la loro marcia è ostacolata, a turno, dai bellicosi Sihon re degli amorrei e Og re di Basan. Israele sconfigge entrambi i re in battaglia, e occupa il loro territorio a est della rift valley.
27 Avvenimenti nelle pianure di Moab (22:1–36:13). Aspettando con ansia di entrare in Canaan, gli israeliti si radunano ora nelle pianure del deserto di Moab, a nord del Mar Morto e ad est del Giordano di fronte a Gerico. Alla vista di questo grande accampamento, i moabiti provano un morboso terrore. Il loro re Balac, consultatosi con i madianiti, manda a chiamare Balaam perché faccia uso della divinazione e maledica Israele. Nonostante che Dio dica chiaramente a Balaam: “Non devi andare con loro”, egli desidera andare. (22:12) Aspira a ricevere un compenso. Alla fine va, solo per essere fermato da un angelo e sentirsi rimproverare miracolosamente dalla sua stessa asina. Quando infine Balaam comincia a fare dichiarazioni riguardo a Israele, viene mosso dallo spirito di Dio, così che nelle sue quattro espressioni proverbiali profetizza soltanto benedizioni per la nazione di Dio, predicendo perfino che una stella sorgerà da Giacobbe e uno scettro si leverà da Israele per sottoporre e distruggere.
28 Balac si infuria perché Balaam non ha maledetto Israele. Quindi Balaam cerca di ingraziarsi il re suggerendo che i moabiti si servano delle loro proprie donne per indurre gli uomini di Israele a prendere parte ai lascivi riti dell’adorazione di Baal. (31:15, 16) Qui, proprio al confine con la Terra Promessa, gli israeliti cominciano ad abbandonarsi a una sfacciata immoralità e all’adorazione di falsi dèi. Mentre l’ira di Geova divampa con un flagello, Mosè chiede che i malfattori vengano severamente puniti. Quando Fineas, figlio del sommo sacerdote, vede il figlio di un capo principale condurre una madianita nella sua tenda dentro l’accampamento stesso, li segue e li uccide, trafiggendo la donna nei genitali. A ciò il flagello si arresta, ma 24.000 israeliti hanno ormai perso la vita.
29 Geova comanda ora a Mosè e a Eleazaro di fare di nuovo il censimento del popolo, come era stato fatto quasi 39 anni prima al monte Sinai. Il conteggio finale mostra che non c’è stato nessun aumento demografico. Al contrario, risultano 1.820 uomini in meno. Non rimane nessuno di quelli che erano stati registrati al Sinai per il servizio militare, eccetto Giosuè e Caleb. Come aveva predetto Geova, sono tutti morti nel deserto. Geova dà quindi ordini circa la divisione del paese come eredità. Ripete che Mosè non entrerà nella Terra Promessa perché non Lo ha santificato alle acque di Meriba. (20:13; 27:14, note in calce) Giosuè viene nominato successore di Mosè.
30 Per mezzo di Mosè, Geova rammenta quindi a Israele l’importanza delle Sue leggi relative ai sacrifici e alle feste e la serietà dei voti. Fa anche regolare da Mosè il conto con i madianiti, per la parte che hanno avuto nel sedurre Israele in relazione al Baal di Peor. Tutti i madianiti maschi vengono uccisi in battaglia, insieme a Balaam, e solo le vergini sono risparmiate: ne vengono prese prigioniere 32.000, insieme a un bottino che comprende 808.000 animali. Nella battaglia non ha perso la vita nessun israelita. I figli di Ruben e di Gad, che sono allevatori di bestiame, chiedono di potersi stabilire nel territorio a est del Giordano, e, dopo che essi acconsentono a dare una mano nella conquista della Terra Promessa, la richiesta è accolta, così che a queste due tribù, insieme a mezza tribù di Manasse, viene dato come possedimento questo ricco altopiano.
31 Dopo un riepilogo delle tappe fatte nei 40 anni di viaggio, viene richiamata di nuovo l’attenzione sul bisogno di ubbidire a Geova. Dio ha dato loro il paese, ma essi devono divenire Suoi giustizieri, scacciando i depravati abitanti adoratori di demoni e distruggendo ogni traccia della loro religione idolatrica. Vengono indicati in modo dettagliato i confini del paese che Dio ha dato loro. Esso dev’essere diviso a sorte. Ai leviti, che non hanno nessuna eredità tribale, si devono dare 48 città con i relativi pascoli, 6 delle quali serviranno come città di rifugio per l’omicida involontario. L’eredità territoriale deve rimanere all’interno della tribù, e non può essere trasferita a un’altra tribù a seguito di un matrimonio. Se non c’è nessun erede maschio, le figlie che ricevono l’eredità — come ad esempio le figlie di Zelofead — devono sposarsi entro la propria tribù. (27:1-11; 36:1-11) Numeri termina con questi comandi dati da Geova tramite Mosè, e i figli d’Israele sono finalmente pronti per entrare nella Terra Promessa.

Numeri ‒ Punti notevoli

Il libro di Numeri esorta ad avere rispetto per Geova

GEOVA DIO merita il sincero rispetto dei suoi adoratori. Devono ubbidirgli e cooperare lealmente con i servitori da lui nominati. Come è ben evidenziato questo nel libro biblico di Numeri!
Il libro prende nome dai due censimenti degli israeliti menzionati nei capitoli 1-4 e 26. Numeri fu scritto da Mosè nelle pianure di Moab nel 1473 a.E.V. e abbraccia basilarmente un periodo di 38 anni e 9 mesi, a partire dal 1512 a.E.V. — Numeri 1:1; Deuteronomio 1:3.
Nelle tre suddivisioni del libro di Numeri sono descritti avvenimenti verificatisi al monte Sinai (1:1–10:10), nel deserto (10:11–21:35) e nelle pianure di Moab (22:1–36:13). Quali lezioni possiamo trarre da questi fatti? In Numeri ci sono princìpi che possono essere utili ai testimoni di Geova d’oggi?
Il contenuto suscita rispetto per Geova
Gli israeliti sono ormai da circa un anno ai piedi del monte Sinai quando Geova comanda a Mosè di fare un censimento. Eccettuati i leviti, vengono registrati tutti i maschi dai vent’anni in su, e il loro numero ammonta a 603.550. Al posto dei primogeniti, Dio prende i leviti perché servano presso il tabernacolo. Vengono date istruzioni circa la formazione di marcia, nella quale Giuda, la tribù più numerosa, deve stare in testa. Dietro comando di Dio, i leviti vengono quindi registrati e assegnati ai loro sacri compiti. — Numeri 1:1–4:49.
Ai comandi di Geova relativi alla quarantena fanno seguito leggi circa i casi di gelosia relativi alla fedeltà delle mogli e i voti fatti dai nazirei. Vengono poi menzionati particolari riguardanti il servizio al tabernacolo. In occasione dell’erezione del tabernacolo e dell’inaugurazione dell’altare, i capitribù avevano fatto offerte di valore. Secondo il modello datogli da Geova in visione, Mosè aveva fatto fare un candelabro. Quando ne furono accese le lampade e i leviti furono purificati, poterono cominciare a prestare servizio. — Numeri 5:1–8:26.
Vengono poi passate in rassegna le istruzioni relative alla Pasqua. Una nuvola miracolosa che sovrasta il tabernacolo dà il segnale di piantare o levare il campo. Il popolo si accampa e parte “all’ordine di Geova”. Per convocare l’assemblea e per altri scopi, si devono usare due trombe d’argento. — Numeri 9:1–10:10.
Il ventesimo giorno del secondo mese, nel secondo anno dopo la partenza dall’Egitto, la nuvola che sovrasta il tabernacolo comincia a muoversi, e Israele si mette in marcia. Si odono lamentele ingiustificate. Una consiste nella richiesta di carne, ma quando Geova provvede delle quaglie, diviene evidente l’avidità. Miriam e Aaronne si lamentano contro il loro fratello Mosè, e per punizione Miriam viene temporaneamente colpita dalla lebbra. Questo dovrebbe senz’altro indurci a mostrare rispetto per l’autorità stabilita da Dio! — Numeri 10:11–12:16.
Dodici esploratori vengono inviati nella Terra Promessa, da dove tornano 40 giorni dopo carichi di frutti succulenti. Ma dieci esploratori esagerano a tal punto la statura degli abitanti e le dimensioni delle loro città fortificate che gli israeliti, scoraggiati, vogliono tornare in Egitto. Invano i due esploratori fedeli, Giosuè e Caleb, li incoraggiano a esercitare fede in Geova. Quando il popolo parla di lapidare Mosè, Aaronne, Giosuè e Caleb, Dio dice che colpirà l’intera nazione e la disperderà. Mosè però intercede e Geova decreta che il popolo vaghi nel deserto per 40 anni, finché non siano morti tutti quelli dai vent’anni in su. Faranno eccezione solo Giosuè, Caleb e la tribù di Levi. Successivamente gli israeliti cercano di invadere la Terra Promessa, ma subiscono un’umiliante sconfitta. — Numeri 13:1–14:45.
Vengono poi date varie leggi riguardanti le offerte, la violazione del sabato e l’uso di frange sulle vesti. Poi Cora, Datan, Abiram, On e 250 capi parlano contro Mosè e Aaronne. Qual è il risultato di questa grave mancanza di rispetto? Geova distrugge Cora e i 250 mediante il fuoco, mentre gli altri ribelli periscono allorché la terra si apre, inghiottendoli insieme alle loro famiglie e ai loro beni. Proprio il giorno dopo, gli israeliti mormorano contro Mosè e Aaronne, e per questa mancanza di rispetto Geova ne uccide 14.700 con un flagello. Per far cessare il mormorio e mostrare che ha scelto Aaronne, della tribù di Levi, Dio fa germogliare la verga di Aaronne. Dopo ciò vengono dati regolamenti relativi ai doveri dei sacerdoti e dei leviti e alla purificazione dei singoli dalla contaminazione. — Numeri 15:1–19:22.
A Cades il popolo chiede a gran voce dell’acqua. Poiché Mosè e Aaronne non santificano Geova per averla miracolosamente provveduta, vien detto loro che non entreranno nella Terra Promessa. Lasciata Cades, il popolo arriva al monte Hor, dove Aaronne muore e suo figlio Eleazaro viene nominato sommo sacerdote. Gli israeliti sconfiggono quindi il re di Arad. In seguito parlano contro Dio e contro Mosè, e questa volta Geova manda fra loro, come punizione, serpenti velenosi. Quelli che vengono morsi guariscono solo guardando fisso un serpente di rame che Mosè, dietro comando di Dio, ha fatto e ha posto su un’asta. Successivamente Israele sconfigge Sihon, re degli amorrei, e Og re di Basan, impossessandosi delle loro terre. — Numeri 20:1–21:35.
Vengono quindi narrati avvenimenti accaduti nelle pianure di Moab. Il re moabita Balac assolda Balaam perché maledica gli israeliti, ma questi, al contrario, per tre volte li benedice. Balaam riesce a far sì che adoratrici di Baal trascinino Israele nell’immoralità sessuale e nell’idolatria. Geova distrugge 24.000 colpevoli prima che Fineas ponga fine al flagello mettendo a morte un israelita immorale e una madianita. — Numeri 22:1–25:18; 31:15, 16.
Dopo aver disposto un altro censimento e aver stabilito un precedente in quanto ai diritti ereditari delle figlie, Mosè vede la Terra Promessa e nomina Giosuè suo successore. Vengono date istruzioni sulle offerte quotidiane, settimanali, mensili e annuali, come pure sul fare voti. C’è poi una rivincita sui madianiti per ciò che hanno fatto nell’indurre gli israeliti a peccare contro Dio. — Numeri 26:1–31:54.
Le tribù di Ruben, Gad e Manasse ricevono in eredità territori ad est del Giordano, a patto però che partecipino alla conquista dei territori a occidente del fiume. Segue poi un elenco delle varie volte in cui Israele si è accampato dall’Egitto alle pianure di Moab. Agli israeliti vengono quindi dati comandi relativi alla dimora nella Terra Promessa. Fra l’altro, devono distruggere ogni traccia della falsa religione e scacciarne gli abitanti. Vengono definiti i confini del paese, nominati dei capi che aiutino Giosuè ed Eleazaro a suddividere il territorio e vengono assegnate ai leviti 48 città. Si istituiscono sei città di rifugio e vengono date istruzioni su come risolvere i casi di omicidio colposo e volontario. Infine vengono date leggi sul matrimonio delle ereditiere. — Numeri 32:1–36:13.
Leggendo Numeri, rimarrete probabilmente colpiti dall’importanza attribuita al rispetto per Geova e per quelli incaricati di assolvere certe responsabilità fra il suo popolo. Ma forse vi sorgeranno delle domande. Potrete quindi trovare interessanti le seguenti domande e risposte.

Avvenimenti al monte Sinai

● 5:11-31 — Cosa accadeva effettivamente alle mogli colpevoli di adulterio?
In se stessa l’acqua non provocava alcun danno. Ma era bevuta dinanzi a Geova, che sapeva se la donna era colpevole o no di adulterio. In caso affermativo, era lui a farle gonfiare il ventre e cadere la coscia. Evidentemente qui la coscia è usata come eufemismo per gli organi riproduttivi. (Confronta Genesi 46:26). Che dovesse “cadere” fa pensare all’atrofia di tali organi, cosa che avrebbe reso impossibile il concepimento. Questo sarebbe in armonia col fatto che, se la donna era innocente, il marito doveva renderla incinta.
● 8:25, 26 — Il principio della Legge circa il ritiro dei leviti dal servizio vale anche per l’odierno popolo di Geova?
I sacerdoti erano assistiti da tutti i maschi idonei delle tre principali famiglie levite. Col tempo i leviti sarebbero diventati numerosi, mentre le possibilità di servizio nel santuario erano limitate. Senza dubbio, quindi, sia per considerazione verso l’età che per prevenire l’affollamento in tali incarichi, Geova stabilì che i leviti che compivano i cinquant’anni si ritirassero dal servizio obbligatorio, pur essendo liberi di dare una mano volontariamente. Questo però non stabilisce alcuna regola per gli israeliti spirituali e i loro compagni, perché non sono sotto la Legge. (Romani 6:14; Efesini 2:11-16) Se a motivo dell’età avanzata un cristiano non fosse più in grado di assolvere una certa responsabilità, gli si potrebbe affidare un servizio che sia in grado di svolgere. Per i testimoni di Geova non esiste dispensa dal predicare la buona notizia del Regno.

Durante la peregrinazione

● 12:1 — Perché Miriam e Aaronne parlarono contro Mosè a causa della sua moglie cusita?
Non ebbero semplicemente da ridire sulla moglie di Mosè. Il vero motivo era il desiderio di maggior potere, specialmente da parte di Miriam. La moglie di Mosè, Zippora, dopo un periodo di assenza era tornata da lui, e Miriam temeva di perdere il posto di prima donna nel campo. (Esodo 18:1-5) Così convinse Aaronne a unirsi a lei nel criticare Mosè per aver sposato una cusita e nello sfidare la sua posizione di privilegio dinanzi a Dio. Per questo Geova castigò sia Miriam che Aaronne, ma il fatto che solo lei fosse stata colpita dalla lebbra farebbe pensare che l’istigatrice era stata lei. La giusta disposizione mentale di Aaronne è evidente dalla sua confessione e dalla supplica a favore della lebbrosa Miriam. (Numeri 12:10-13) In quanto a Zippora, era figlia di Reuel il Madianita. (Genesi 25:1, 2; Numeri 10:29) In Abacuc 3:7 “il paese di Madian” è messo in parallelo con Cusan, che sembra essere un altro nome di Madian o il nome di un paese vicino. Inoltre certe tribù arabe erano chiamate Kusi o Kushim. Sembra quindi che il termine “cusita” non fosse limitato ai discendenti di Cam tramite Cus, ma che si riferisse anche ad alcuni abitanti di Madian. Zippora poteva quindi definirsi cusita.
● 21:14, 15 — Cos’era il “libro delle Guerre di Geova”?
Si trattava senza dubbio di un attendibile racconto storico delle guerre del popolo di Geova. Può aver avuto inizio con la riuscita incursione di Abraamo contro i quattro re che avevano fatto prigioniero Lot e la sua famiglia. (Genesi 14:1-16) Le Scritture menzionano vari scritti non ispirati, alcuni dei quali furono usati come fonte di informazioni dagli ispirati scrittori biblici. — Giosuè 10:12, 13; I Re 11:41; 14:19, 29.

Nelle pianure di Moab

● 22:20-22 — Dato che fu Geova a dire a Balaam di andare con gli uomini di Balac, perché poi si adirò quando il profeta vi andò?
Geova aveva detto a Balaam di non maledire gli israeliti, ma l’avido profeta andò con l’intenzione di maledirli, per ricevere una ricompensa dal re moabita Balac. (II Pietro 2:15, 16; Giuda 11) Per questa ragione l’ira di Geova divampò contro Balaam. Era ovvio che Geova non avrebbe approvato alcuna maledizione contro Israele. Ma Balaam, come Caino, era deciso a non tener conto della volontà di Dio. (Genesi 4:6-8) Dopo che Geova ebbe cambiato ciascun tentativo di maledizione in benedizione, Balaam fu indotto dalla propria perversità a suggerire a Balac di usare donne moabite e madianite per sedurre gli israeliti e coinvolgerli nell’adorazione di Baal. (Deuteronomio 23:5; Numeri 31:15, 16; Rivelazione 2:14) Questo attirò su Israele l’ira di Dio e portò alla morte di 24.000 israeliti. In seguito l’avido Balaam fu messo a morte da quelli che aveva cercato di maledire. (Numeri 25:1-9; 31:8) Che avvertimento contro l’avidità!
● 25:10-13 — Come si adempì questa promessa relativa al sacerdozio?
Sembra che il sommo sacerdozio sia appartenuto alla discendenza di Fineas sino al tempo del sommo sacerdote Eli, discendente di Itamar. Probabilmente la ragione di questo cambiamento fu una temporanea inidoneità della discendenza di Fineas. Ma il re Salomone sostituì Abiatar, discendente di Itamar, col sommo sacerdote Zadoc, discendente di Fineas. (I Re 1:1-14; 2:26, 27, 35) Stando alla narrazione storica, sembra che il sommo sacerdozio sia in seguito rimasto per molti anni nella linea di discendenza di Fineas.
● 30:6-8 — Può il marito di una donna cristiana annullare i voti da lei fatti?
No, perché i seguaci di Gesù non sono sotto la Legge. Ora Geova, per quanto riguarda i voti, tratta con le persone a livello individuale, e un marito cristiano non è autorizzato ad annullarli o a vietarli. Ovviamente una moglie cristiana non dovrebbe fare voti che contrastino con la Parola di Dio o con i suoi obblighi scritturali nei confronti del marito. — Ecclesiaste 5:2-6.

Di grande valore per noi

Il libro di Numeri costituisce un prezioso anello di collegamento nella narrazione relativa all’istituzione del Regno di Dio. Inoltre rivolge l’attenzione a Gesù Cristo. Per esempio, i sacrifici animali e l’uso delle ceneri di una vacca rossa indicavano il provvedimento, di gran lunga più importante, per la purificazione mediante il sacrificio di Gesù. (Numeri 19:2-9; Ebrei 9:13, 14) L’episodio relativo al serpente di rame prefigurò il grande provvedimento di Geova per la vita eterna tramite Cristo. — Numeri 21:8, 9; Giovanni 3:14, 15.
Il libro di Numeri può aiutarci a evitare l’idolatria e l’immoralità sessuale. Richiama l’attenzione sul pericolo di mormorare contro Dio, contro quelli da lui nominati e contro i suoi provvedimenti. E sicuramente questo emozionante racconto dovrebbe indurci a mostrare il massimo rispetto per il nostro amorevole Dio, Geova.

La Parola di Geova è vivente

Punti notevoli del libro di Numeri

DOPO l’esodo dall’Egitto gli israeliti furono organizzati come nazione. Di lì a poco sarebbero potuti entrare nella Terra Promessa, ma non vi entrarono. Dovettero invece vagare per circa quarant’anni in un “grande e tremendo deserto”. (Deuteronomio 8:15) Perché? La narrazione storica contenuta nel libro biblico di Numeri ci dice cosa accadde. Essa dovrebbe farci capire che bisogna ubbidire a Geova Dio e rispettare i suoi rappresentanti.
Scritto da Mosè nel deserto e nelle pianure di Moab, il libro di Numeri abbraccia un periodo di 38 anni e 9 mesi, che vanno dal 1512 a.E.V. al 1473 a.E.V. (Numeri 1:1; Deuteronomio 1:3) Il nome si riferisce ai due censimenti degli israeliti, effettuati a circa 38 anni di distanza l’uno dall’altro. (Capitoli 1-4, 26) Il libro si divide in tre parti. La prima racconta gli avvenimenti che ebbero luogo al monte Sinai. La seconda descrive ciò che avvenne durante la peregrinazione di Israele nel deserto. L’ultima parte prende in esame gli avvenimenti che ebbero luogo nelle pianure di Moab. Mentre leggete questo resoconto potete chiedervi: ‘Cosa mi insegnano questi episodi? Questo libro contiene princìpi che possono essermi utili oggi?’

AL MONTE SINAI

(Numeri 1:1–10:10)
Il primo dei due censimenti avviene quando gli israeliti sono ancora ai piedi del monte Sinai. I maschi dai 20 anni in su, a parte i leviti, sono 603.550. Il censimento viene fatto evidentemente per scopi militari. Nell’intero campo, che include anche le donne, i bambini e i leviti, ci sono forse più di tre milioni di persone.
Dopo il censimento vengono date agli israeliti istruzioni sull’ordine di marcia, vengono forniti particolari circa i doveri dei leviti e il servizio del tabernacolo, vengono impartiti comandi sulla quarantena e comunicate le leggi relative ai casi di gelosia e ai voti dei nazirei. Il capitolo 7 contiene informazioni sulle offerte dei capi delle tribù relative all’inaugurazione dell’altare e il capitolo 9 tratta l’osservanza della Pasqua. Vengono date istruzioni all’assemblea anche su come piantare e levare il campo.

Risposta a domande bibliche:

2:1, 2: Cos’erano “i segni” attorno a cui dovevano accamparsi nel deserto le divisioni di tre tribù? La Bibbia non descrive questi segni. Tuttavia non erano considerati segni sacri né era loro attribuito un significato religioso. I segni erano usati per motivi di praticità, per aiutare le persone a trovare il loro posto nell’accampamento.
5:27: Cosa significa l’espressione “cadere la coscia” riferita alla moglie colpevole di adulterio? Il termine “coscia” in questo caso viene usato per indicare gli organi della riproduzione. (Genesi 46:26) La ‘caduta’ della coscia fa pensare alla degenerazione di questi organi, cosa che avrebbe reso impossibile il concepimento.

Lezioni per noi:

6:1-7. I nazirei dovevano astenersi dal prodotto della vite e da tutte le bevande inebrianti, e questo richiedeva spirito di sacrificio. Dovevano lasciarsi crescere i capelli, in segno di sottomissione a Geova, come le donne dovevano essere sottomesse al marito e al padre. Dovevano mantenersi puri stando lontani da qualsiasi corpo morto, anche da quello di un parente stretto. I servitori a tempo pieno d’oggi dimostrano spirito di sacrificio quando devono fare rinunce ed essere sottomessi a Geova e alla sua disposizione. Certi incarichi richiedono di trasferirsi in paesi lontani, da cui sarebbe difficile o anche impossibile tornare per il funerale di un parente stretto.
8:25, 26. Affinché gli incarichi del servizio levitico fossero assolti debitamente, e per riguardo verso la loro età, gli uomini anziani dovevano ritirarsi dal servizio obbligatorio. Ma potevano offrirsi per assistere gli altri leviti. Sebbene oggi non sia previsto che i proclamatori del Regno vadano in pensione, possiamo imparare molto dal principio su cui si basa questa legge. Se a motivo dell’età avanzata il cristiano non può adempiere certi obblighi, può impegnarsi in un tipo di servizio che è in grado di compiere.

DA UN POSTO ALL’ALTRO NEL DESERTO

(Numeri 10:11–21:35)
Quando infine la nuvola che è sopra il tabernacolo si alza, gli israeliti iniziano una marcia che 38 anni e uno o due mesi dopo li porterà nelle pianure desertiche di Moab. Vi sarà utile seguire il loro cammino sulla cartina a pagina 9 dell’opuscolo ‘Vedete il buon paese’, edito dai testimoni di Geova.
Durante il viaggio verso Cades, nel deserto di Paran, il popolo si lamenta in almeno tre casi. Il primo si risolve quando Geova manda un fuoco che consuma alcuni del popolo. Poi gli israeliti chiedono carne a gran voce e Geova fornisce le quaglie. Miriam e Aaronne si lamentano contro Mosè e di conseguenza Miriam è temporaneamente colpita dalla lebbra.
Mentre sono accampati a Cades, Mosè manda 12 uomini a esplorare la Terra Promessa. Quaranta giorni più tardi ritornano. Prestando fede al cattivo rapporto di dieci esploratori il popolo vuole lapidare Mosè, Aaronne e gli esploratori fedeli Giosuè e Caleb. Geova dice di voler colpire il popolo con la pestilenza, ma Mosè intercede e Geova dichiara che vagheranno nel deserto per 40 anni, finché quelli che sono stati censiti non saranno morti tutti.
Geova fornisce ulteriori regolamenti. Cora e altri si ribellano contro Mosè e Aaronne, ma i ribelli vengono distrutti dal fuoco o sono inghiottiti dalla terra. Il giorno seguente l’intera assemblea mormora contro Mosè e Aaronne. Di conseguenza, per un flagello mandato da Geova, muoiono 14.700 persone. Per far sapere chi ha scelto come sommo sacerdote, Dio fa germogliare la verga di Aaronne. Quindi dà altre leggi relative agli obblighi dei leviti e alla purificazione del popolo. L’uso delle ceneri di una vacca rossa prefigura la purificazione mediante il sacrificio di Gesù. — Ebrei 9:13, 14.
I figli di Israele tornano a Cades, dove Miriam muore. L’assemblea si lamenta di nuovo contro Mosè e Aaronne. Il motivo? La mancanza d’acqua. Poiché nel provvedere miracolosamente l’acqua non santificano il nome di Geova, Mosè e Aaronne perdono l’opportunità di entrare nella Terra Promessa. Israele parte da Cades e al monte Hor Aaronne muore. Mentre sta aggirando Edom, il popolo si stanca e parla contro Dio e contro Mosè. Per punirlo Geova manda serpenti velenosi. Ancora una volta Mosè intercede e Dio gli dice di fare un serpente di rame e di metterlo su un palo affinché chi è stato morso, guardandolo, guarisca. Il serpente prefigura Gesù Cristo che è messo al palo per nostro beneficio eterno. (Giovanni 3:14, 15) Israele sconfigge i re ammoniti Sihon e Og e prende possesso dei loro paesi.

Risposta a domande bibliche:

12:1: Perché Miriam e Aaronne si lamentarono contro Mosè? A quanto sembra, la vera ragione della loro lamentela fu il desiderio di Miriam di avere più potere. Quando Mosè fu raggiunto dalla moglie Zippora nel deserto, può darsi che Miriam temesse di non essere più considerata la donna più importante dell’accampamento. — Esodo 18:1-5.
12:9-11: Perché solo Miriam fu colpita dalla lebbra? Molto probabilmente fu lei a suscitare la lamentela e a persuadere Aaronne a unirsi a lei. Aaronne manifestò l’atteggiamento giusto confessando il suo peccato.
21:14, 15: Cos’era il libro menzionato qui? Le Scritture menzionano vari libri che gli scrittori della Bibbia usarono come fonte di materiale. (Giosuè 10:12, 13; 1 Re 11:41; 14:19, 29) Il “libro delle Guerre di Geova” era uno di questi scritti. Conteneva una narrazione storica delle guerre del popolo di Geova.

Lezioni per noi:

11:27-29. Mosè è un ottimo esempio di come dovremmo reagire quando altri ricevono privilegi nel servizio di Geova. Anziché essere geloso e cercare la propria gloria, Mosè fu felice quando Eldad e Medad cominciarono ad agire da profeti.
12:2, 9, 10; 16:1-3, 12-14, 31-35, 41, 46-50. Geova si aspetta che i suoi adoratori mostrino rispetto per l’autorità che ha conferito.
14:24. Un segreto per resistere al mondo che spinge a fare il male è quello di sviluppare uno “spirito diverso”, cioè un atteggiamento mentale che si distingue da quello del mondo.
15:37-41. La particolare frangia degli abiti degli israeliti serviva a ricordare loro che erano un popolo separato per adorare Dio e per ubbidire ai suoi comandamenti. Non dovremmo anche noi vivere secondo le norme di Dio e farci notare perché siamo diversi dal mondo?

NELLE PIANURE DI MOAB

(Numeri 22:1–36:13)
Quando i figli di Israele si accampano nelle pianure desertiche di Moab, i moabiti provano un morboso terrore di loro. Perciò Balac, il re di Moab, assume Balaam affinché maledica gli israeliti. Ma Geova costringe Balaam a benedirli. Si ricorre quindi a donne moabite e madianite per indurre gli israeliti a commettere immoralità e idolatria. Di conseguenza Geova distrugge 24.000 trasgressori. Infine il flagello termina quando Fineas dimostra di non tollerare nessuna rivalità verso Geova.
Con il secondo censimento si vede che, eccetto Giosuè e Caleb, degli uomini contati nel primo censimento non c’è più nessuno. Giosuè viene nominato successore di Mosè. Gli israeliti ricevono istruzioni sulle procedure da seguire per le varie offerte e per i voti. Inoltre il popolo di Israele si vendica dei madianiti. Ruben, Gad e la mezza tribù di Manasse si stabiliscono a est del Giordano. A Israele vengono date istruzioni su come attraversare il Giordano e prendere possesso del paese. Sono fissati dettagliatamente i confini del paese. L’eredità dev’essere decisa tirando a sorte. Ai leviti sono assegnate 48 città, 6 delle quali devono servire da città di rifugio.

Risposta a domande bibliche:

22:20-22: Perché l’ira di Geova divampò contro Balaam? Geova aveva detto al profeta Balaam che non doveva maledire gli israeliti. (Numeri 22:12) Tuttavia il profeta andò con gli uomini di Balac, deciso a maledire Israele. Voleva accontentare il re moabita e avere da lui una ricompensa. (2 Pietro 2:15, 16; Giuda 11) Perfino quando fu costretto a benedire Israele anziché maledirlo, Balaam cercò il favore del re suggerendo di servirsi di adoratrici di Baal per sedurre gli uomini di Israele. (Numeri 31:15, 16) Pertanto il motivo per cui Dio si adirò con Balaam fu la sua sfrenata avidità.
30:6-8: Un cristiano può annullare i voti della propria moglie? Per quanto riguarda i voti, ora Geova tratta singolarmente con i suoi adoratori. Per esempio, la dedicazione a Geova è un voto personale. (Galati 6:5) Il marito non ha la facoltà di revocare o annullare tale voto. La moglie, comunque, dovrebbe astenersi dal fare un voto che è in contrasto con la Parola di Dio o con i doveri che ha verso il marito.

Lezioni per noi:

25:11. Che esempio di zelo per l’adorazione di Geova ci dà Fineas! Il desiderio di mantenere pura la congregazione non dovrebbe spingerci a riferire agli anziani cristiani tutto ciò che potremmo sapere in merito a un caso di grave immoralità?
35:9-29. Il fatto che l’omicida involontario doveva lasciare la sua casa e fuggire in una città di rifugio rimanendovi per un periodo di tempo ci insegna che la vita è sacra e che dobbiamo rispettarla.
35:33. Si può fare espiazione per la terra contaminata dal sangue degli innocenti solo con il sangue di quelli che lo hanno sparso. Com’è appropriato che Geova distrugga i malvagi prima che la terra sia trasformata in un paradiso! — Proverbi 2:21, 22; Daniele 2:44.
La Parola di Dio esercita potenza
Dobbiamo rispettare Geova e quelli a cui sono stati affidati incarichi di responsabilità fra il suo popolo. Il libro di Numeri lo rende molto chiaro. Com’è importante questa lezione per mantenere la pace e l’unità nella congregazione odierna!
Gli episodi narrati in Numeri mostrano con quanta facilità si possono commettere errori come mormorio, immoralità e idolatria se si trascura la propria spiritualità. Alcune lezioni e alcuni esempi contenuti in questo libro biblico possono servire per preparare le parti sui bisogni locali all’adunanza di servizio nelle congregazioni dei testimoni di Geova. Veramente “la parola di Dio è vivente ed esercita potenza” nella nostra vita. — Ebrei 4:12.

Numeri ‒ Importanza e i benefici

PERCHÉ È UTILE

32 Gesù fece riferimento a Numeri in parecchie occasioni, e i suoi apostoli e altri scrittori della Bibbia dimostrano chiaramente quanto sia significativo e utile il suo contenuto. L’apostolo Paolo paragonò specificamente il fedele servizio di Gesù a quello di Mosè, in gran parte descritto in Numeri. (Ebr. 3:1-6) Nei sacrifici animali e nell’aspersione delle ceneri della giovenca rossa di cui si parla in Numeri 19:2-9 vediamo nuovamente raffigurato il provvedimento, assai più grande, della purificazione per mezzo del sacrificio di Cristo. — Ebr. 9:13, 14.
33 In modo simile, Paolo mostrò che l’acqua fatta sgorgare dalla roccia nel deserto ha per noi un grande significato, dicendo: “Bevevano al masso di roccia spirituale che li seguiva, e quel masso di roccia significava il Cristo”. (1 Cor. 10:4; Num. 20:7-11) Appropriatamente fu Cristo stesso a dire: “Chiunque beve dell’acqua che io gli darò non avrà mai più sete, ma l’acqua che gli darò diverrà in lui una fonte d’acqua zampillante per impartire vita eterna”. — Giov. 4:14.
34 Gesù fece anche specifica menzione di un episodio narrato in Numeri che prefigurava il meraviglioso provvedimento che Dio avrebbe preso mediante lui. “Come Mosè innalzò il serpente nel deserto”, spiegò Gesù, “così il Figlio dell’uomo dev’essere innalzato, affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna”. — Giov. 3:14, 15; Num. 21:8, 9.
35 Perché gli israeliti furono condannati a vagare per 40 anni nel deserto? Per la loro mancanza di fede. L’apostolo Paolo diede a questo proposito una vigorosa ammonizione: “Badate, fratelli, che non sorga in alcuno di voi un cuore malvagio privo di fede che si allontani dall’Iddio vivente; ma continuate ad esortarvi gli uni gli altri ogni giorno”. A causa della loro disubbidienza e della loro mancanza di fede, quegli israeliti morirono nel deserto. “Facciamo perciò tutto il possibile per entrare in quel riposo [di Dio], affinché nessuno cada nello stesso modello di disubbidienza”. (Ebr. 3:7–4:11; Num. 13:25–14:38) Mettendo in guardia contro gli uomini empi che parlano ingiuriosamente delle cose sante, Giuda accennò alla brama di Balaam di ricevere un compenso e al discorso ribelle di Cora contro Mosè, servitore di Geova. (Giuda 11; Num. 22:7, 8, 22; 26:9, 10) A Balaam fece riferimento anche Pietro come a uno “che amò il compenso dell’ingiustizia”, e il glorificato Gesù nella sua rivelazione a Giovanni disse che Balaam aveva ‘posto davanti a Israele la pietra d’inciampo dell’idolatria e della fornicazione’. Certamente la congregazione cristiana dovrebbe oggi essere messa in guardia contro simili uomini empi. — 2 Piet. 2:12-16; Riv. 2:14.
36 Quando nella congregazione di Corinto si verificò un caso di immoralità, Paolo avvertì quei cristiani del rischio di essere “desiderosi di cose dannose”, facendo specifico riferimento a Numeri. Egli ammonì: “Né pratichiamo la fornicazione, come alcuni di essi commisero fornicazione, solo per cadere, ventitremila d’essi in un giorno”. (1 Cor. 10:6, 8; Num. 25:1-9; 31:16) Che dire dell’occasione in cui gli israeliti si lamentarono che l’ubbidienza ai comandi di Geova Dio era onerosa e si mostrarono insoddisfatti del provvedimento della manna? Riguardo a ciò Paolo dice: “Né mettiamo Geova alla prova, come alcuni di loro lo misero alla prova, solo per perire mediante i serpenti”. (1 Cor. 10:9; Num. 21:5, 6) Quindi Paolo continua: “Né siate mormoratori, come alcuni di loro mormorarono, solo per perire ad opera del distruttore”. Quali amare esperienze ebbe Israele a causa dei suoi mormorii contro Geova, i suoi rappresentanti e i suoi provvedimenti! Queste cose che “accadevano loro come esempi” dovrebbero oggi essere un chiaro avvertimento per tutti noi, affinché continuiamo a servire Geova con fede completa. — 1 Cor. 10:10, 11; Num. 14:2, 36, 37; 16:1-3, 41; 17:5, 10.
37 Numeri provvede inoltre informazioni che aiutano a comprendere molti altri passi della Bibbia. — Num. 28:9, 10—Matt. 12:5; Num. 15:38—Matt. 23:5; Num. 6:2-4—Luca 1:15; Num. 4:3—Luca 3:23; Num. 18:31—1 Cor. 9:13, 14; Num. 18:26—Ebr. 7:5-9; Num. 17:8-10—Ebr. 9:4.
38 Ciò che è narrato in Numeri è davvero ispirato da Dio, ed è utile in quanto ci insegna l’importanza di ubbidire a Geova e di rispettare quelli che egli ha costituito sorveglianti fra il suo popolo. Mediante esempi, Numeri riprende le trasgressioni, e tramite avvenimenti dal significato profetico richiama la nostra attenzione su Colui che Geova ha provveduto come Salvatore e Condottiero del Suo popolo odierno. Il libro costituisce un essenziale e istruttivo anello di congiunzione nel racconto storico che porta all’istituzione del giusto Regno di Geova nelle mani di Gesù Cristo, colui che Egli ha costituito Mediatore e Sommo Sacerdote.

Riferimenti consultati: Watchtower Library 2013 CD-ROM

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