Studio Biblico di Congregazione ‒ Settimana del 1° Giugno

Studiare le informazioni per il libro: Accostiamoci a Geova

CAPITOLO 25

LA “TENERA COMPASSIONE DEL NOSTRO DIO”

9, 10. (a) Perché Geova liberò più volte gli israeliti dopo che si erano stabiliti nella Terra Promessa? (b) Dall’oppressione di chi Geova liberò gli israeliti ai giorni di Iefte, e cosa lo spinse a farlo?

9 La compassione di Geova non finì lì. Quando si stabilirono nella Terra Promessa, gli israeliti ricaddero più volte nell’infedeltà e di conseguenza soffrivano. Poi però tornavano in sé e invocavano Geova, che più volte li liberò. Perché? “Perché provò compassione del suo popolo”. — 2 Cronache 36:15; Giudici 2:11-16.
par. 9 (2 Cron. 36:15) E Geova l’Iddio dei loro antenati mandava [avvertimenti] contro di loro per mezzo dei suoi messaggeri, mandando più volte, perché provò compassione del suo popolo e della sua dimora.
par. 9 (Giud. 2:11-16) E i figli d’Israele si misero a fare ciò che era male agli occhi di Geova e a servire i Baal. 12 Così abbandonarono Geova l’Iddio dei loro padri che li aveva fatti uscire dal paese d’Egitto e seguivano altri dèi di fra gli dèi dei popoli che erano tutt’intorno a loro e si inchinavano davanti a loro, così che offesero Geova. 13 Così abbandonarono Geova e si misero a servire Baal e le immagini di Astoret. 14 A ciò l’ira di Geova divampò contro Israele, tanto che li diede nelle mani dei saccheggiatori, ed essi li saccheggiavano; e li vendeva in mano ai loro nemici all’intorno, e non potevano più tener fronte ai loro nemici. 15 Dovunque uscissero, la mano di Geova era contro di loro per la calamità, proprio come Geova aveva parlato e proprio come Geova aveva giurato loro; e furono in gravi angustie. 16 Geova suscitava dunque dei giudici, ed essi li salvavano dalla mano dei loro saccheggiatori.

10 Pensate a quello che accadde ai giorni di Iefte. Gli israeliti si erano sviati e servivano falsi dèi, perciò Geova permise che fossero oppressi per 18 anni dagli ammoniti. Infine si pentirono. La Bibbia ci dice: “Toglievano gli dèi stranieri di mezzo a loro e servivano Geova, così che la sua anima divenne impaziente a causa dell’affanno d’Israele”.* (Giudici 10:6-16) Non appena il suo popolo manifestò sincero pentimento, Geova, l’Iddio della tenera compassione, non poté più sopportare di vederlo soffrire. Quindi autorizzò Iefte a liberare gli israeliti dalle mani dei loro nemici. — Giudici 11:30-33.
par. 10 (Giud. 11:30-33) Quindi Iefte fece voto a Geova e disse: “Se immancabilmente mi dai in mano i figli di Ammon, 31 deve anche avvenire che chi esce, chi mi esce incontro dalle porte della mia casa quando torno in pace da presso i figli di Ammon, deve anche divenire di Geova, e io lo devo offrire come un olocausto”. 32 Iefte passò dunque verso i figli di Ammon per combattere contro di loro, e Geova glieli dava in mano. 33 Ed egli li colpiva da Aroer fino a Minnit — venti città — e fino ad Abel-Cheramim con una grandissima strage. Così i figli di Ammon furono sottomessi davanti ai figli d’Israele.

par. 10 L’espressione resa “la sua anima divenne impaziente” letteralmente significa “la sua anima si accorciò; la sua pazienza si esaurì”. La versione della CEI legge: “Non tollerò più a lungo la tribolazione di Israele”. La Bibbia rabbinica edita da Marietti la rende: “Non poté più sopportare le sofferenze di Israele”.

11. Cosa impariamo riguardo alla compassione dal modo in cui Geova trattò gli israeliti?

11 Cosa ci insegna riguardo alla tenera compassione il modo in cui Geova trattò la nazione di Israele? Prima di tutto vediamo che non è solo una sentita partecipazione alle avversità altrui. Ripensate all’esempio della madre intenerita dal pianto del suo piccino. Similmente, Geova non è sordo alle invocazioni del suo popolo. La tenera compassione lo spinge ad alleviarne le sofferenze. Inoltre il modo in cui Geova trattò gli israeliti ci insegna che la compassione non è affatto un segno di debolezza, dato che questa tenerezza lo spinse a compiere un’azione forte, decisiva, a loro favore. Ma Geova mostra compassione solo ai suoi servitori come gruppo?

La compassione di Geova per i singoli individui


12. In che modo la Legge rispecchiava la compassione di Geova per i singoli individui?

12 La Legge che Dio diede alla nazione di Israele evidenziava la sua compassione per i singoli individui. Notate, per esempio, la sua sollecitudine per i poveri. Geova sapeva che circostanze impreviste potevano far cadere un israelita in miseria. Come andavano trattati i poveri? Geova comandò severamente agli israeliti: “Non devi indurire il tuo cuore né chiudere il tuo pugno verso il tuo fratello povero. Devi dargli in ogni modo, e il tuo cuore non dev’essere tirchio nel tuo dargli, perché a motivo di ciò Geova tuo Dio ti benedirà in ogni tua opera”. (Deuteronomio 15:7, 10) Inoltre comandò agli israeliti di non mietere completamente gli orli dei campi e di non raccogliere le eventuali rimanenze. Quello che rimaneva era per i diseredati. (Levitico 23:22; Rut 2:2-7) Quando la nazione di Israele osservava questa norma premurosa a favore dei poveri, i bisognosi non dovevano mendicare il cibo. Tutto questo non rispecchiava la tenera compassione di Geova?
par. 12 (Deut. 15:7) “Nel caso che qualcuno dei tuoi fratelli divenga povero fra te in una delle tue città, nel tuo paese che Geova tuo Dio ti dà, non devi indurire il tuo cuore né chiudere il tuo pugno verso il tuo fratello povero.
par. 12 (Deut. 15:10) Devi dargli in ogni modo, e il tuo cuore non dev’essere tirchio nel tuo dargli, perché a motivo di ciò Geova tuo Dio ti benedirà in ogni tua opera e in ogni tua impresa.
par. 12 (Lev. 23:22) “‘E quando mietete la messe del vostro paese, non devi proseguire fino a completare l’orlo del tuo campo quando mieti, e non devi raccogliere la spigolatura della tua messe. Devi lasciarli per l’afflitto e per il residente forestiero. Io sono Geova vostro Dio’”.
par. 12 (Rut 2:2-7) A suo tempo Rut la moabita disse a Naomi: “Ti prego, lasciami andare nel campo a spigolare fra le spighe, dietro a chiunque agli occhi del quale io trovi favore”. Essa dunque le disse: “Va, figlia mia”. 3 Allora se ne andò ed entrò e spigolava nel campo dietro ai mietitori. Così capitò per caso nel tratto del campo che apparteneva a Boaz, il quale era della famiglia di Elimelec. 4 Ed ecco, Boaz venne da Betleem e diceva ai mietitori: “Geova sia con voi”. A loro volta essi gli dicevano: “Geova ti benedica”. 5 Boaz disse in seguito al giovane che era preposto ai mietitori: “A chi appartiene questa giovane?” 6 Il giovane preposto ai mietitori dunque rispose e disse: “La giovane è una moabita, che è tornata con Naomi dal campo di Moab.7 Quindi ha detto: ‘Lasciami spigolare, ti prego, e certamente raccoglierò fra le spighe tagliate dietro ai mietitori’. È dunque entrata ed è rimasta in piedi da quell’ora della mattina finché proprio ora si è messa un po’ a sedere nella casa”.

13, 14. (a) Come ci assicurano le parole di Davide che Geova si interessa di noi singolarmente? (b) Come si potrebbe illustrare che Geova è vicino a chi ha il “cuore rotto” o lo “spirito affranto”?

13 Anche oggi il nostro amorevole Dio si interessa di noi singolarmente. Possiamo star certi che è ben consapevole di qualsiasi sofferenza ci affligga. Il salmista Davide scrisse: “Gli occhi di Geova sono verso i giusti, e i suoi orecchi sono verso la loro invocazione di soccorso. Geova è vicino a quelli che hanno il cuore rotto; e salva quelli che sono di spirito affranto”. (Salmo 34:15, 18) A proposito delle persone descritte con queste parole un commentatore osserva: “Hanno il cuore rotto e lo spirito affranto, cioè sono avvilite a motivo del peccato e mancano di amor proprio; hanno poca stima di sé e nessuna fiducia nei propri meriti”. Quindi possono pensare che Geova sia molto lontano e loro siano troppo insignificanti perché se ne prenda cura. Ma le cose non stanno così. Le parole di Davide ci assicurano che Geova non abbandona chi ha “poca stima di sé”. Essendo compassionevole, Dio sa che in momenti simili abbiamo più che mai bisogno di lui, e ci è vicino.
par. 13 (Sal. 34:15) Gli occhi di Geova sono verso i giusti, E i suoi orecchi sono verso la loro invocazione di soccorso.
par. 13 (Sal. 34:18) Geova è vicino a quelli che hanno il cuore rotto; E salva quelli che sono di spirito affranto.

14 Riflettete su un episodio. Negli Stati Uniti una madre portò di corsa il suo bambino di due anni all’ospedale perché soffriva di una grave forma di crup. Dopo aver visitato il bambino, i medici dissero alla madre che dovevano trattenerlo fino all’indomani. Dove trascorse la notte la madre? Su una sedia nella stanza dell’ospedale, accanto al letto del figlio. Il suo bambino stava male e lei doveva stargli vicino. Possiamo certo aspettarci ancora di più dal nostro amorevole Padre celeste. Dopo tutto siamo fatti a sua immagine. (Genesi 1:26) Le toccanti parole di Salmo 34:18 ci dicono che quando abbiamo il “cuore rotto” o lo “spirito affranto”, Geova, come un genitore amorevole, “è vicino”, sempre compassionevole e pronto ad aiutarci.
par. 14 (Gen. 1:26) E Dio proseguì, dicendo: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza, e tengano sottoposti i pesci del mare e le creature volatili dei cieli e gli animali domestici e tutta la terra e ogni animale che si muove sopra la terra”.
par. 14 (Sal. 34:18) Geova è vicino a quelli che hanno il cuore rotto; E salva quelli che sono di spirito affranto.

15. In quali modi Geova ci aiuta singolarmente?

15 In che modo, dunque, Geova ci aiuta singolarmente? Anche se non elimina necessariamente la causa delle nostre sofferenze, ha comunque provveduto generosamente per chi invoca il suo aiuto. La sua Parola, la Bibbia, contiene consigli pratici veramente efficaci. Nella congregazione, Geova provvede sorveglianti spiritualmente qualificati, che si sforzano di riflettere la sua compassione aiutando i compagni di fede. (Giacomo 5:14, 15) Essendo l’“Uditore di preghiera”, dà “spirito santo a quelli che glielo chiedono”. (Salmo 65:2; Luca 11:13) Questo spirito ci può infondere “potenza oltre ciò che è normale” affinché perseveriamo sin quando il Regno di Dio eliminerà tutti i problemi stressanti. (2 Corinti 4:7) Non siamo grati di tutti questi provvedimenti? Non dimentichiamo che sono espressioni della tenera compassione di Geova.
par. 15 (Giac. 5:14, 15) C’è qualcuno malato fra voi? Chiami gli anziani della congregazione presso [di sé], e preghino su di lui, spalmando[lo] d’olio nel nome di Geova. 15 E la preghiera della fede farà star bene l’indisposto e Geova lo desterà. E se ha commesso dei peccati, gli sarà perdonato.
par. 15 (Sal. 65:2) O Uditore di preghiera, sì, a te verranno persone di ogni carne.
par. 15 (Luca 11:13) Se dunque voi, benché siate malvagi, sapete dare doni buoni ai vostri figli, quanto più il Padre che è in cielo darà spirito santo a quelli che glielo chiedono!”
par. 15 (2 Cor. 4:7) Comunque, abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinché la potenza oltre ciò che è normale sia di Dio e non da noi.

16. Qual è il massimo esempio della compassione di Geova, e in che senso ci riguarda personalmente?

16 Naturalmente il massimo esempio della compassione di Geova è l’aver dato in riscatto per noi Colui che gli era più caro. Fu un sacrificio amorevole da parte di Geova e ci aprì la via della salvezza. Non dimentichiamo che il riscatto riguarda personalmente ciascuno di noi. A ragione Zaccaria, il padre di Giovanni il Battezzatore, predisse che questo provvedimento avrebbe magnificato la “tenera compassione del nostro Dio”. — Luca 1:78.
par. 16 (Luca 1:78) a motivo della tenera compassione del nostro Dio. Con questa [compassione] un’alba ci visiterà dall’alto,

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